Nel corso riunione annuale della Canadian Pain Society American sono stati presentati i risultati di quattro focus group, guidati da Sandra Lefort e colleghi, sulla valutazione del dolore nei pazienti non udenti. Sandra Lefort è docente presso la School of Nursing, Memorial University of Newfoundland, St. John’s, and Labrador, Canada.
Scopo dello studio: analizzare la percezione del dolore nei pazienti non udenti e le modalità di comunicazione, l’esperienza dell’interprete nel comunicare al curante il dolore del paziente, definire la migliore scala di valutazione del dolore nel paziente non udente. Due gruppi includevano sette persone non udenti, con diverse condizioni di dolore cronico, negli altri due erano presenti quattro interpreti del linguaggio dei segni (American Sign Language, ASL) e un interprete non udente. È stata inoltre sviluppata una nuova scala di valutazione con sei espressioni del viso di pazienti non udenti.
I partecipanti hanno risposto a domande circa l’esperienza di dolore e di cura del dolore nel non udente e l’esperienza degli interpreti come descrittori di questo dolore per comunicarlo ai medici.
È facile intuire che i risultati dei focus group raccomandano la presenza di un interprete nei colloqui tra medico e paziente non udente, ma è interessante riflettere su alcune problematiche specifiche che i focus group hanno evidenziato. Per esempio, nel linguaggio ASL vi è un solo segno formale per il dolore, mentre nella descrizione del dolore si usano invece termini molto specifici (dolore martellante, scarica elettrica, pungente, ecc.). Mancano dei segni nel linguaggio ASL in grado di rappresentare le caratteristiche del dolore.
Più è complessa la valutazione, maggiore è la difficoltà nel porre una diagnosi accurata.
Gli stessi interpreti ASL, che fungono da interpreti in tanti altri problemi di salute del non udente, hanno ammesso che il dolore è stato il più difficile da tradurre. I pazienti non udenti non hanno comunque alcuna difficoltà nell’indicare su di un disegno anatomico del corpo i punti dove sentono dolore e sono in grado di descrivere le difficoltà generate dal dolore nello svolgimento delle attività quotidiane.
Le altre raccomandazioni emerse dai focus group sono le seguenti:
il medico deve rivolgersi direttamente al paziente, non all’interprete, o ai familiari;
nei casi in cui il paziente non udente non abbia grande dimestichezza con il linguaggio dei segni, è molto utile la presenza di un interprete a sua volta non udente;
la scala di valutazione numerica deve essere ben spiegata (è risultato che il paziente non udente anziano può avere difficoltà nell’interpretarla) e viene raccomandata la definizione di una scala di valutazione ad hoc per non udenti.
Lo studio cita come riferimento importante uno studio italiano pubblicato nel 2011 di Palese A, Salvador L, Cozzi D: One-dimensional scales for pain evaluation adopted in Italian nursing practice: giving preference to deaf patients (J Nurs Meas. 2011; 19(2): 91-104). (LS)