E’ il titolo provocatorio del libro di Francesca Sassano e Lorenzo Cristilli, appena pubblicato da Florence Art Edizioni.
Gli autori esaminano la mancata applicazione della legge 38/2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” e dimostrano che la limitazione del diritto alla salute dei reclusi, e la conseguente vanificazione della funzione rieducativa della pena, non sono legate alla “difficile condizione strutturale delle carceri, bensì più gravi conseguenze derivano dal disumano trattamento di detenuti, in attesa di giudizio e non, tali da provocare vere e proprie patologie”. Sottolineano infine come l’aspirazione a un “carcere senza dolore” faccia parte “del volto umano e civile della pena”.