Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS) e terapia algologica: indicazioni per il loro corretto utilizzo

RIASSUNTO
Pur essendo fra loro eterogenei per struttura chimica, i Farmaci Antinfiammatori non Steroidei (FANS) costituiscono un gruppo omogeneo per quanto riguarda gli effetti farmacologici. Essi, infatti, oltre ad agire come antinfiammatori, hanno anche attività analgesica e antipiretica, proprietà che li rendono farmaci di vasto impiego clinico. Queste caratteristiche farmacologiche, insieme all’aumentata prevalenza nelle popolazioni occidentali di malattie infiammatorie croniche, hanno avuto come conseguenza un incrementato uso di FANS negli ultimi decenni, tanto da rappresentare oggi circa l’8% delle prescrizioni totali. Nonostante la grande maneggevolezza dei FANS, la comparsa di effetti collaterali epatici, renali, cardiocircolatori e gastrointestinali sono assai frequenti. In particolare, i danni gastrointestinali da FANS rappresentano un’importante causa di mortalità e soprattutto il più comune motivo di ricovero per eventi avversi a farmaci; pertanto è auspicabile la prescrizione dei FANS quando realmente necessario, così da ridurre o prevenire gli effetti collaterali.

Parole chiave: effetti collaterali, FANS, linee guida, meccanismo d’azione

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Dolore ed esercizio fisico

RIASSUNTO

Nella valutazione delle manifestazioni algiche del soggetto sportivo sia la soglia del dolore che la soglia di tolleranza del dolore sono più alte e il campo di sensibilità al dolore (pain sensitivity range) di chi esercita programmi di movimento e di sport è significativamente più alto che nei soggetti normali. Il rilievo anamnestico-semeiologico deve essere il primo fondamentale passo verso l’orientamento diagnostico poiché spesso, in ambito sportivo, deve essere posto con estrema rapidità, in condizioni ambientali di grande disagio ed avendo frequentemente il dolore quale unico elemento di giudizio per valutare l’entità del danno, e di conseguenza la possibilità di far proseguire l’atleta nella prestazione agonistica senza rischio per la sua integrità fisica.

Parole chiave: atleta, lesione, sistema muscolo-scheletrico, sport, trauma

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Il dolore ostetrico (seconda parte)

RIASSUNTO

Il dolore da parto è una delle più nobili manifestazioni di dolore acuto. In Italia, nonostante i progressi e l’acquisizione di una nuova coscienza a tal riguardo, l’analgesia nel parto è una tecnica utilizzata ancora marginalmente. Il dolore nel travaglio di parto prende origine dalla stimolazione di nocicettori situati nelle strutture uterine e perineali e dalla pressione esercitata sugli organi adiacenti, esso rappresenta un dolore di tipo misto, viscerale-somatico. Durante il primo stadio del travaglio, il dolore viscerale è poco localizzato e viene riferito come sordo o crampiforme; nelle fasi più tardive del primo e nel secondo stadio, cioè tra dilatazione cervicale completa e parto, la sensazione dolorosa, di tipo somatico, è acuta e ben localizzata. Questa differenziazione del dolore nei due stadi del travaglio è fondamentale per il trattamento farmacologico dell’analgesia, in quanto il dolore viscerale è più sensibile agli oppiacei, mentre l’anestetico locale trova la sua maggiore indicazione nel trattamento del dolore somatico. Le tecniche di analgesia nel travaglio di parto includono analgesia sistemica, blocchi regionali, tecniche intratecali per mezzo di anestetici locali che bloccano le vie del dolore, con eventuale aggiunta di oppiacei e adiuvanti. Un tema molto dibattuto in ostetricia riguarda gli effetti dell’analgesia epidurale su andamento ed esito del travaglio di parto. Nonostante i numerosi studi non si è arrivati a conclusioni definitive.

Parole chiave: analgesia, dolore da parto

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Il dolore ostetrico (I parte)

RIASSUNTO

Il dolore da parto è una delle più nobili manifestazioni di dolore acuto. In Italia, nonostante i progressi e l’acquisizione di una nuova coscienza a tal riguardo, l’analgesia nel parto è una tecnica utilizzata ancora marginalmente. Il dolore nel travaglio di parto prende origine dalla stimolazione di nocicettori situati nelle strutture uterine e perineali e dalla pressione esercitata sugli organi adiacenti, esso rappresenta un dolore di tipo misto, viscerale-somatico. Durante il primo stadio del travaglio, il dolore viscerale è poco localizzato e viene riferito come sordo o crampiforme; nelle fasi più tardive del primo e nel secondo stadio, cioè tra dilatazione cervicale completa e parto, la sensazione dolorosa, di tipo somatico, è acuta e ben localizzata. Questa differenziazione del dolore nei due stadi del travaglio è fondamentale per il trattamento farmacologico dell’analgesia, in quanto il dolore viscerale è più sensibile agli oppiacei, mentre l’anestetico locale trova la sua maggiore indicazione nel trattamento del dolore somatico. Le tecniche di analgesia nel travaglio di parto includono analgesia sistemica, blocchi regionali, tecniche intratecali per mezzo di anestetici locali che bloccano le vie del dolore, con eventuale aggiunta di oppiacei e adiuvanti. Un tema molto dibattuto in ostetricia riguarda gli effetti dell’analgesia epidurale su andamento ed esito del travaglio di parto. Nonostante i numerosi studi non si è arrivati a conclusioni definitive.

Parole chiave: analgesia, dolore da parto.

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