Ci sembra interessante chiudere quest’anno di lavoro con un riassunto su quattro punti che riteniamo importanti sullo stato dell’arte del dolore in Italia e su iniziative in progress che prenderanno corpo nel prossimo immediato futuro.
• La relazione tenuta recentemente in Parlamento circa lo stato di applicazione della Legge 38 documenta come questa sia largamente disattesa in molte parti d’Italia. Seppure con sostanziali differenze fra nord e sud del Paese, sono comunque ancora troppe le zone nelle quali della Legge si conosce ancora poco e la sua applicazione è diffusa ancor meno.
• È stata inviata a una rivista internazionale la prima survey italiana sul dolore cronico. Il Narni Pain Study infatti rappresenta il primo e il più consistente studio epidemiologico sul dolore cronico mai realizzato in Italia. Se ancora è prematuro illustrare i dati raccolti, si può rivelare che lo studio ha coinvolto oltre 8.000 persone con una response rate pari a circa il 16%, con oltre 1340 questionari restituiti. Per fare un paragone, la European Survey “Pain Europe” pubblicata nel 2005, stimava e calcolava i valori relativi al dolore cronico in Italia su di un campione non superiore a 300 individui.
• Una segnalazione molto preoccupante viene dall’aver rilevato come il dolore post-operatorio sia ancora poco attentamente valutato e, di conseguenza, poco correttamente trattato. Ciò sottolinea la necessità di lavorare ancora sul piano della formazione e dell’informazione a tutti i livelli.
• Segnali positivi, al contrario, vengono dagli Infermieri. Questo journal raccoglie sempre maggiori consensi e un sempre più ampio bacino di lettori: segno che gli argomenti trattati sono particolarmente avvertiti come importanti dai nostri Infermieri nell’ambito della loro formazione permanente. A questo proposito, l’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore, insieme alla Fondazione Paolo Procacci e a Pain Nursing Magazine si sono fatti promotori di iniziative di formazione in diverse parti d’Italia e, nello stesso tempo, stanno pianificando un piano nazionale di formazione che vuole essere tanto attento alle necessità delle singole zone quanto capillare nella diffusione del percorso formativo.
L’editoriale dell’ultimo numero 2015 si è chiuso con l’auspicio, dal Comitato Editoriale e dall’Editor, che il nuovo anno sia felice e proficuo per tutti i nostri lettori, le loro famiglie, i loro affetti più cari e per tutti i nostri pazienti.
Stefano Coaccioli
Editor in chief