Introduzione
La cefalea è una comune manifestazione di dolore in età pediatrica (1); in tre casi su quattro ha quale causa più frequente l’emicrania (2). Si stima che la condizione sia presente in oltre il 75% degli adolescenti e nel 25-60% dei bambini più piccoli (1,3), per periodi variabili da 3 mesi a tutta la vita e con frequenze differenti negli attacchi. Il 20-30% di bambini (8-12 anni) e adolescenti (13-17 anni) riferisce una cefalea almeno settimanale, il 6% plurisettimanale o a cadenza giornaliera (4). Vi è una sostanziale morbilità correlata alla cefalea per un significativo numero di individui che si manifesta principalmente in giorni di assenza da scuola ma che agisce anche sulla qualità di vita e il cui impatto è direttamente correlato alla frequenza di occorrenza e alla gravità della condizione (1,4). La cefalea in ambito pediatrico può manifestarsi con modalità diverse ed è più difficile da interpretare di quella in età adulta, forse per la difficoltà dei bambini nel riportare i sintomi e/o il frequente ricorso all’utilizzo di resoconti surrogati dei genitori (5). Il suo trattamento prevede l’utilizzo di farmaci per il controllo dei sintomi o di altri interventi (p. es., dieta, igiene del sonno, attività sportiva moderata, psicoterapia). Occorre tuttavia cautela nell’uso della farmacoterapia nei bambini, perché essendo il metabolismo di un organismo in fase di maturazione molto differente di quello di un adulto, vi è incertezza sull’effettivo vantaggio terapeutico e sussistono potenziali rischi di tossicità (6). Qualora possibile, sarebbero preferibili trattamenti alternativi che non comportano questi problemi. Sebbene sia diffusa, la cefalea è spesso sottostimata da genitori, insegnanti e operatori sanitari perché ritenuta un problema non significativo (1). È importante invece riconoscerne la rilevanza, placare le paure, indirizzare le preoccupazioni dei soggetti che ne sono affetti e trattare il dolore derivante per aiutare ad alleviare la sofferenza degli individui che ne sono affetti (7). Lo studio si propone di valutare l’efficacia degli interventi non farmacologici per ridurre i sintomi da cefalea in bambini e adolescenti in termini di frequenza delle crisi, durata degli attacchi e intensità del dolore.