Esposizione prenatale agli oppioidi. Uno studio di coorte osservazionale

L’esposizione prenatale agli oppioidi (POE) è una delle principali conseguenze sulla salute pubblica dell’epidemia di oppioidi. Gli esiti a lungo termine associati alla POE rimangono poco chiari, soprattutto per i bambini con POE senza una diagnosi di sindrome di astinenza neonatale (NAS).
È stato pubblicato di recente uno studio su JOURNAL OF NURSING SCHOLARSHIPS che descrive gli esiti sulla salute dei bambini con POE e con POE e NAS rispetto ai bambini non esposti durante i primi 7 anni di vita.
In questo studio osservazionale di coorte retrospettivo, i bambini nati tra il 2015 e il 2022 sono stati identificati dal Maternal and Infant Data Hub (MIDH), un archivio di dati che integra continuamente i dati materni, neonatali e pediatrici di due centri medici accademici e un ospedale pediatrico sistema nel Midwest, Stati Uniti.
Lo studio ha incluso 22.002 bambini, di cui 20.130 (91,5%) non esposti e 1.872 (8,5%) esposti. Dei 1872 bambini esposti, 371 (19,8%) hanno ricevuto una diagnosi di NAS (POE + NAS) e 1501 erano nel gruppo POE-NAS. È stato osservato un rapporto di incidenza della diagnosi costantemente più elevato in entrambi i gruppi POE-NAS e POE + NAS (rispetto ai non esposti) relativi a disturbi mentali e comportamentali, diagnosi oculari e malattie del sistema muscolo-scheletrico e dei sistemi gastrointestinali.
Questi risultati sottolineano la necessità di uno screening precoce e di interventi mirati per sostenere i bambini esposti e migliorare il loro benessere. Sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare i meccanismi sottostanti e sviluppare misure preventive per le popolazioni a rischio.
Comprendere le condizioni più spesso diagnosticate nei bambini con esposizione prenatale agli oppioidi aiuterà a migliorare l’assistenza fornita a questa popolazione. Come risultato dei risultati dello studio, gli infermieri che forniscono assistenza ai bambini con esposizione prenatale agli oppioidi possono dare priorità alle loro valutazioni e allocare tempo, risorse e formazione verso le aree che hanno maggiori probabilità di essere colpite.