Nella Medicina antica così come nella moderna Medicina, il dolore è sempre stato considerato come un sintomo, alla stregua di un elemento ritenuto tanto essenziale nell’esame clinico da renderne quasi superfluo il trattamento. Se il dolore acuto, nelle primissime fasi dell’indagine semeiologica può fornire notizie cliniche fondamentali, il dolore cronico – che è tale per la mancanza dello stimolo che lo ha generato – poteva essere definito, fino a qualche anno fa, la “malattia del silenzio”. Il dolore, ed il dolore cronico specialmente al contrario, è oggi considerato come malattia tout court, una malattia con piena dignità nosografica.
Sono molteplici le iniziative che sottolineano questo assunto tanto in Europa e nel mondo, quanto (finalmente!) anche in Italia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta elaborando la nuova versione dell’ICD (International Classification of the Diseases, ICD-11) che dovrebbe contenere una sezione completamente dedicata al dolore, considerandolo elemento nosografico a sé stante e non solo inserito nelle patologie dei vari organi ed apparati. Le organizzazioni internazionali che si occupano di dolore, dalla IASP (International Association for the Study of Pain) all’EFIC® (European Federation of IASP Chapters), dall’AISD (Associazione Italiana per lo Studio del Dolore) alla stessa FPP (Fondazione Paolo Procacci) ed ai gruppi di lavoro europei, quali Change Pain e Societal Impact of Pain, svolgono un prezioso lavoro di supporto scientifico e metodologico, intellettuale e propositivo, per questa finalità. A queste realtà si è aggiunto il nostro Pain Nursing Magazine che vede il secondo numero aperto da questo Editoriale centrato sui problemi etici che il dolore solleva e impone.
C’è una vasta evidenza che l’Etica nella Medicina del Dolore sia intimamente correlata ai concetti, ai principi ed ai diritti rivolti ai pazienti con dolore. Emergono nuovi paradigmi nell’ambito della Medicina della Complessità (Coaccioli S. Medicine of Complexity: the Modern Internal Medicine. Clin Ter 2010;161(1):4-7) ed un vasto numero di principi e di norme sono stati codificati: dal dovere legale di ottenere il consenso informato (e di accettare il rifiuto al consenso) ad una nuova visione del rapporto Medico-Paziente, in termini di alleanza, e non più di semplice e cruda compliance, nel più vasto ambito della Medicina Narrativa (Coaccioli S. Narrative Medicine: the modern communication between doctor and patients. Clin Ter 2011; 162(2):91-2).
La specialità clinica di Medicina del Dolore riveste un ruolo cruciale nell’assistenza – ruolo che viene rappresentato dai Medici e dagli Infermieri: il bisogno di personale sanitario formato e costantemente aggiornato è essenziale, così come fondamentale è il perfezionamento delle tecniche di rilevazione ed il dovere della misurazione del dolore nei pazienti non-verbalizzanti (Legge 38/2010). Sono altrettanto importanti altri aspetti, quali la corretta collaborazione e comunicazione all’interno dei gruppi di lavoro e fra Società Scientifiche diverse, con le Autorità politiche e amministrative e con le associazioni di pazienti.
In conclusione, l’Etica nella Medicina del Dolore appare in un profondo stato di cambiamento e perfezionamento. La Fondazione Procacci, insieme all’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore ha sentito come “dovere etico” la realizzazione del primo Codice Etico per il Dolore (vedi link dedicato su questo sito), perché la promozione delle conoscenze, l’educazione continua, la realizzazione di linee-guida e di raccomandazioni, la collaborazione intra- ed inter-istituzionale rappresentino gli strumenti essenziali per la Medicina del Dolore e per tutti coloro che di dolore soffrono.