La nevralgia di Arnold è una nevralgia da irritazione del nervo di Arnold che origina dalla branca posteriore della II radice cervicale, la sua funzione è sensitiva. È definita anche nevralgia occipitale. È una patologia rara, anche se probabilmente è più frequente di quanto si immagini, perché spesso è data dalla difficoltà di una precisa diagnosi; spesso è confusa con altre cefalee di tipo cronico e può provocare gravi problemi tanto da risultare, nei casi severi, invalidante.
Le cause più frequenti vanno ricercate nei traumi della regione cervicale, nella patologia degenerativa-artrosica e nell’artrite reumatoide. Tuttavia l’eziologia rimane sconosciuta anche dopo che il paziente è stato sottoposto a tutti gli esami neuroradiologici del caso.
Si manifesta nella forma tipica, caratterizzata da crisi ad esordio spontaneo con dolore restrittivo che si irradia nella regione occipitale da un lato del capo.
Nella forma atipica il dolore è continuo e può essere bilaterale.
La diagnosi si basa sull’obiettiva possibilità di provocare la comparsa del dolore tipico comprimendo il nervo all’emergenza cranica, nel punto di Arnold, cioè a 2 cm a lato della protuberanza occipitale. È sempre presente una zona di alterata sensibilità, come allodinia, iperestesia, ipoestesia, disestesia.
Recentemente è giunta alla nostra osservazione una paziente di 80 anni che lamenta un dolore intenso in regione occipitale che ella stessa dice di percepire dietro l’orecchio sinistro a livello cutaneo.
Nel 1975 alla paziente veniva posta diagnosi di artrite reumatoide e contemporaneamente sviluppava un dolore a livello cervicale associato a un torcicollo che peggiorava costantemente e che riscontriamo anche nel momento in cui la paziente giunge da noi. Nel corso degli anni la paziente era stata visitata da numerosi reumatologi e sottoposta a numerose terapie.
Nel 2013 inizia ad accusare un intenso dolore dietro l’orecchio sinistro che localizza con precisione a livello cutaneo. Da qui inizia la sua odissea verso i vari neurochirurghi che dopo averla sottoposta a diverse indagini neuroradiologiche con esito negativo, attribuiscono all’unisono a un problema di cervicalgia che fino alla nostra osservazione è rimasta tale.
In seguito all’esame obiettivo, percorrendo il dolore e riscontrando l’iperestesia nella zona nucale si effettua diagnosi di nevralgia di Arnold.
La diagnosi è prettamente clinica ed è evidenziata dal dolore che si provoca facendo pressione sul cosiddetto punto di Arnold, che è la zona anatomica dove il nervo occipitale fuoriesce dalla massa muscolare della parete posteriore del cranio.
La paziente ha tratto beneficio e miglioramento significativo attraverso infiltrazioni di anestetico locale prendendo in considerazione lo splenio dei capo che ha il suo punto di inserzione prossimale sul processo mastoideo e osso occipitale adiacente.
Il suo punto di inserzione distale si trova lungo la linea mediana sopra i processi spinosi di C4-T4. Il muscolo, agendo unilateralmente determina la rotazione della testa e del collo verso lo stesso lato. Per individuare lo splenio del capo vanno identificati anche lo SCM, il trapezio e l’elevatore della scapola, che possono presentare trigger point satelliti.
Nella Figura 1 è visibile il punto trigger dello splenio del capo, nella Figura 2 i punti trigger dello SCM, del trapezio e dell’elevatore della scapola.
Riferimenti bibliografici
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Le immagini sono tratte dal volume di Francesco Negro, Riccardo Rinaldi L’agopuntura nella terapia del dolore. Con prefazione di Mario Tiengo. Roma: 1986. Fratelli Palombi Editori.