Nell’ultimo numero di Dolore aggiornamenti clinici i dott. Carlo Antonelli e Marco Luchetti ripercorrono le tappe della preparazione all’anestesia generale con ipnosi di un paziente di 35 anni, che necessitava di un intervento chirurgico urgente ma differibile, per l’asportazione di quattro molari inclusi a livello mascellare, complicato da un processo infettivo locale che avrebbe potuto esitare in sepsi.
Il paziente, con anamnesi positiva per allergie alimentari, a farmaci e al lattice, dimostrava un precedente di shock anafilattico ad antibiotico e allergie gravi a tutti i farmaci usati, sia al domicilio (antiinfiammatori non steroidei, paracetamolo, antibiotici beta-lattamici, chinolonici, macrolidi, eccipienti dei corticosteroidi di uso comune) sia in ambito ospedaliero.
Sebbene il termine ipnosi sia comune in anestesia, c’è, in generale, una notevole resistenza da parte dell’anestesista a considerare l’ipnosi clinica come una realtà oggettiva e come un intervento che possa aggiungere valore alla professione.
I concetti di dissociazione e anestesia dissociativa rientrano, come è noto, a pieno titolo nel background culturale della disciplina. Studi recenti hanno evidenziato come il dolore possa essere visualizzato a livello del SNC e come modulazioni ipnotiche possano cambiare drasticamente questa mappa di attivazione centrale e le caratteristiche di connettività cerebrale.
Con l’avvento degli anestetici moderni, i rischi associati all’anestesia sono notevolmente diminuiti. Tuttavia, in alcuni pazienti allergici, il rischio anestesiologico resta ancora molto alto.
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