L’ipnosi clinica e l’anestesista: un approccio pratico

L’ipnosi clinica è sempre più riconosciuta come una terapia non farmacologica basata sull’evidenza e con una solida base neurobiologica. È poco costosa, sicura, efficace e non richiede attrezzature speciali.
Può essere potenzialmente utilizzata con diversi gruppi di pazienti e in una serie di contesti clinici. I suoi benefici terapeutici, nel contesto dell’anestesia, possono di solito essere realizzati in pochi minuti o addirittura secondi.
I pazienti in un ambiente perioperatorio che genera stress hanno una maggiore probabilità di sperimentare stati ipnotici spontanei e quindi sono particolarmente sensibili agli effetti terapeutici di un intervento ipnotico, soprattutto nel fornire ansiolisi e analgesia. Le esperienze ipnotiche spontanee sono universali nella vita quotidiana. Sono tipicamente riconosciute come periodi di attenzione focalizzata su una particolare attività o processo di pensiero. Tradizionalmente, l’ipnosi è definita come “uno stato di coscienza che implica un’attenzione focalizzata e una ridotta consapevolezza periferica, caratterizzato da una maggiore capacità di risposta alla suggestione.
Gli stati e i fenomeni ipnotici possono insorgere spontaneamente o essere indotti da un terapeuta o dal paziente (autoipnosi).
L’ipnosi clinica in anestesia prevede l’uso dello stato ipnotico spontaneo del paziente o (meno comunemente) l’induzione intenzionale dell’ipnosi, per modificare l’esperienza del paziente in modo terapeutico. (Milena Muro)

Slater P, Van Manen A, Cyna AM. Clinical hypnosis and the anaesthetist: a practical approachBJA February 22, 2024  DOI:https://doi.org/10.1016/j.bjae.2024.01.005
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A Bergamo il 19 settembre 2024, presso il Centro Congressi Giovanni XXIII, si svolgerà il workshop “Comunicazione ipnotica in medicina del dolore”, a cura della dottoressa Milena Muro, Città della Salute Torino. Qui programma e modalità di iscrizione