La valutazione del dolore in geriatria: l’anziano con deficit cognitivi

RIASSUNTO

La valutazione del dolore rappresenta un atto indispensabile della cura del paziente ancorché anziano e con deficit cognitivi. La presenza di declino cognitivo è un fattore predittivo di scarso controllo del dolore, soprattutto per la difficoltà di valutarne la presenza e per la diffusa convinzione che l’avanzamento dell’età determini una riduzione della sua percezione ed intensità. L’autovalutazione del dolore (self-report) risulta l’indicatore più attendibile ma la sua applicazione non è possibile nelle persone con declino cognitivo in stadio moderato e avanzato di malattia.
La capacità quindi di attenta osservazione e di ascolto di chi si prende cura di esse e l’utilizzo di strumenti adeguati per la valutazione del dolore risultano fondamentali per gli operatori che curano pazienti anziani affetti da demenza.

Parole chiave: anziano, deterioramento cognitivo, dolore

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Un esempio di applicazione dell’articolo7 della Legge 38: “Obbligo di riportare la rilevazione del dolore all’interno della cartella clinica”

RIASSUNTO

Il 15 marzo 2010, con la Legge n. 38, è stato definitivamente sancito in Italia il diritto del cittadino a non soffrire di dolore inutile con la garanzia per l’accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative. Al fine di rispondere appropriatamente alla Legge 38, per sistematizzare la diagnosi di dolore di base, ma soprattutto per identificare correttamente e precocemente il breakthrough cancer pain (BTcP) nel paziente oncologico, abbiamo condotto un audit interno al nostro reparto per valutare il “minimal data setting” da introdurre nella nostra cartella clinica, allo scopo di censire sistematicamente il dolore e le sue gravi “episodiche recrudescenze”. La rilevazione sistematica ha permesso di individuare molti pazienti con un dolore basale scarsamente controllato all’accettazione (36,5%), che alla dimissione si riducevano (9,5%), ma non ancora a un livello ideale, cioè la scomparsa del dolore. Si è anche notato che, mentre all’accettazione i pazienti con BTcP in trattamento con oppiacei forti erano appena il 21,2%, al momento della dimissione essi aumentavano fino all’81,3%. L’audit interno, oltre che indispensabile, si è rivelato utile per stabilire un processo metodologico di interazione tra medici e infermieri.

Parole chiave: audit, breakthrough cancer pain, cartella clinica, paziente oncologico

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