Il dolore cronico che si fa arte: l’esempio di Frida Kahlo

RIASSUNTO
I più grandi artisti hanno fatto delle loro opere un processo di vitale trasformazione. Molti sono i riferimenti letterari all’arte come compensazione di un angoscia mentale, ma meno si discute dell’arte come compensazione di un dolore fisico, seppur si sa che ad un dolore fisico cronico fa seguito quasi necessariamente un dolore mentale. Uno degli esempi più evidenti di artista che si è cimentata col proprio dolore traducendolo egregiamente in arte appare essere Frida Kahlo. Si passeranno in rassegna diversi studi che mostrano l’accostamento tra arte e dolore fisico.

Parole chiave: arte, dolore cronico, Frida Kahlo, malinconia.

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Numero 4-2013

PDF download 8 Quando il dolore diventa malattia Stefano Coaccioli | 23 Dicembre 2013 RIASSUNTO Editoriale Nella storia della Medicina il dolore è sempre stato considerato come un sintomo ed ancora oggi è diffusa la convinzione che abolire il dolore sia spesso inutile se non addirittura pericoloso. Questa convinzione nasceva dal fatto…

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Potenziare il Nursing per una sanità sempre più efficiente

L’importanza del Nursing – nella sua figura dell’Infermiere Professionale Italiano – è stata più volte sottolineata negli editoriali di PNM, anche e soprattutto alla luce di un modello di assistenza sanitaria ospedaliera in costante evoluzione. Il moderno Nursing richiede oggi una preparazione post-diploma a livello universitario, una eccellente organizzazione nella struttura ospedaliera, una grande aderenza a protocolli standardizzati di assistenza e di cura, una particolare attenzione alla popolazione in degenza ordinaria in rapido cambiamento – vedi l’aumento dell’età media dei pazienti, la complessità dei singoli casi clinici, il “ritorno” di patologie infettive considerate desuete, il sempre maggiore ricorso a tecnologie avanzate di diagnosi e cura.

La domanda cruciale che si pone alla nostra attenzione, dunque, è se il sistema nazionale del Nursing italiano attuale, nel suo complesso, sia in grado di fornire risposte adeguate ed altrettanto proporzionati riscontri attuativi.

Il primo punto d’interesse è fornito da una sempre maggiore richiesta di personale infermieristico laureato. A fronte di una domanda in costante crescita, le disposizioni del Governo centrale (spending review) e delle singole Regioni (piani di rientro e di contenimento della spesa) pongono un freno significativo all’incremento del numero degli Infermieri reclutati, sia per concorso sia per avviso temporaneo. Ciò si traduce in una sperequazione fra il fabbisogno e la richiesta, con ovvie conseguenze in termini di carico di lavoro, di rapporto pazienti/infermieri, di capacità di realizzare setting assistenziali moderni, efficaci ed efficienti.

Il secondo punto è rappresentato dalla distribuzione delle forze: in altri termini, dall’organizzazione interna di una singola Azienda Ospedaliera/Universitaria e, al loro interno, di ogni specifica struttura assistenziale, dalle quali conseguono un’ottimale utilizzazione delle risorse umane. Su questo piano si rilevano ancora marcate differenze non solo fra singole Regioni, ma anche all’interno di uno specifico territorio, con le conseguenze ricordate poco sopra.

Il terzo punto è dato dalla capacità e dalla volontà di organizzare e di integrare l’assistenza intramuraria con quella territoriale. A prescindere dalla ricordata necessità di personale infermieristico, in termini puramente numerici, molto si gioca sulla possibilità di una reale integrazione ospedale-territorio anche e soprattutto sul piano infermieristico (vedi l’assistenza domiciliare), a maggior ragione alla luce di quei cambiamenti demografici nella popolazione a cui si accennava in apertura.

Se si vuole che l’Italia mantenga, e migliori, la propria posizione di leader nell’assistenza sanitaria pubblica – come le maggiori indagini hanno confermato nel corso degli ultimi anni – deve essere compiuto ogni sforzo possibile per rendere il Nursing italiano sempre più efficace, perché è proprio l’assistenza infermieristica uno dei punti centrali che rendono, con una sanità efficiente, un Paese moderno ed eticamente avanzato.

Questo Editoriale non può ritenersi concluso senza segnalare, purtroppo, due note particolarmente dolorose e tristi. E’ venuto a mancare il Professor Antonio Gatti, stimatissimo e prestigioso Collega Terapista del Dolore dell’Università di Tor Vergata in Roma, nonché componente il Comitato Scientifico di PNM e carissimo Amico di tutti noi. La Dottoressa Manuela Rebellato, del Policlinico Molinette in Torino e Componente il Comitato Editoriale Nursing di PNM, ha subito un tragico lutto nella perdita dell’amatissima nipotina Cristiana. Tutta la Redazione di PNM si stringe intorno alla Famiglia Gatti e a Manuela con un forte abbraccio, nella affettuosa condivisione del loro dolore.

Stefano Coaccioli
Editor in chief

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