La diagnosi del dolore è sempre un compito impegnativo a causa della sua natura soggettiva, della variabilità dell’espressione del dolore tra gli individui e della difficile valutazione dei fattori biopsicosociali sottostanti.
In questo scenario complesso, l’intelligenza artificiale (AI) può offrire il potenziale per migliorare l’accuratezza diagnostica, prevedere gli esiti del trattamento e personalizzare le strategie di gestione del dolore. Nell’articolo “Artificial Intelligence-Driven Diagnostic Processes and Comprehensive Multimodal Models in Pain Medicine” di Marco Cascella et al, gli autori analizzano la letteratura attuale sui metodi di diagnosi assistita dal computer e discutono su come le strategie diagnostiche guidate dall’IA possono essere integrate in modelli multimodali che combinano varie fonti di dati, come l’analisi delle espressioni facciali, le neuroimmagini e i segnali fisiologici, sempre con tecniche avanzate di IA.
Nonostante i significativi progressi della tecnologia AI, la sua adozione diffusa in ambito clinico deve affrontare sfide cruciali. I problemi principali riguardano le considerazioni etiche relative alla privacy dei pazienti, i pregiudizi e la mancanza di affidabilità e generalizzabilità. Inoltre, è necessaria una validazione di alta qualità nel mondo reale e lo sviluppo di protocolli e politiche standardizzate per guidare l’implementazione di queste tecnologie in diversi contesti clinici.
Cascella M, Leoni MLG, Shariff MN, Varrassi G. Artificial Intelligence-Driven Diagnostic Processes and Comprehensive Multimodal Models in Pain Medicine. Journal of Personalized Medicine. 2024; 14(9):983. doi.org/10.3390/jpm14090983