Il processo di modernizzazione della sanità, specie nei Paesi più economicamente sviluppati, ha cambiato in modo sostanziale non solo il rapporto fra Medico e Paziente ma anche fra Medico ed Infermiere. Queste due figure professionali, preminenti nella cura e nell’assistenza al Paziente, sono identificati da questo come essenziali punti di riferimento – tanto da distinguere loro da tutte le altre categorie sanitarie (vedi personale tecnico e diagnostico).
La figura del Medico è ovviamente presente sin dagli albori della cultura e della pratica medica: responsabile della conservazione della salute e della vita, della prevenzione e della terapia delle forme morbose, ha consolidato il suo status sociale a partire dal XIX secolo con l’instaurarsi della medicina clinica. Il riconoscimento della efficacia dell’azione medica, fondata su di una cultura scientifica sempre più profonda, consapevole e tecnologica, ha portato alla nascita di un modello di Medico che, nel corso dei decenni, ha esercitato un evidente potere esclusivo sul Paziente. Ciò per una supremazia fondata sulla cultura di tipo scientifico, sulla prevalenza surrettizia di tipo gerarchico e su di una sorta di egemonia di tipo funzionale, basata sia sulla responsabilità esclusiva del Medico nelle decisioni diagnostiche e terapeutiche sia sulla gestione pratica del Paziente. Il medico sembrava rivendicare lo stesso potere anche nei confronti delle altre figure sanitarie che collaboravano in diversa misura nel trattamento del Paziente. In particolare, gli Infermieri erano considerati, anche sul piano meramente culturale, non solo dei sottoposti, ma anche degli esecutori in un certo senso “passivi” delle decisioni mediche, in ragione di una scala gerarchica che vedeva l’uso del diritto di autorità strettamente connesso al ruolo del Medico.
Nei primi anni ’90 dello scorso secolo – sembra lontano, ma in realtà sono passati pochi anni – molteplici normative e numerose riforme del sistema sanitario hanno progressivamente cambiato – di fatto e nei diritti – i rapporti fra Medico ed Infermiere.
Non si vuole, qui, ricordare solamente la trasformazione delle Scuole Professionalizzanti delle Professioni Sanitarie in Corsi di Laurea Breve, ma anche e soprattutto l’evoluzione e la maturazione di una figura professionale – quale quella dell’Infermiere – che, da semplice esecutore di quanto il mansionario prevedeva, è andato assumendo nel corso degli anni. In altre parole, l’Infermiere che prima svolgeva mansioni suddivise in tre categorie sostanziali (in autonomia, dietro prescrizione, sotto il controllo medico) adesso partecipa al percorso clinico con interventi attivi, con cognizione delle cause e degli effetti e, infine, con sempre maggiore consapevolezza.
Se in talune occasioni dettate da situazioni di emergenza, il tempo e l’occasione per la condivisione delle scelte viene a mancare per oggettivi motivi, è proprio la consapevolezza del pensiero clinico e delle azioni che ne conseguono – consapevolezza che deriva proprio da un nuovo percorso culturale sempre più articolato, profondo e completo – a porre l’Infermiere in un ruolo nuovo e con nuove responsabilità.
Anche i dettati di legge, nel corso degli anni, sono andati progressivamente ad adeguarsi al cambiamento dei tempi e delle conoscenze: dalla legge 42 del 1992 al decreto 739 del 1994 si è delineato il nuovo profilo dell’Infermiere quale professionista pienamente responsabile e responsabilizzato – i quali insieme, e non per ultimo, al Codice Deontologico hanno definito gli ambiti professionali, non solamente normativi, dell’attuale Infermiere.
La Medicina moderna, che trova nella complessità la palestra nella quale misurare la propria capacità di comprensione e di azione, ha visto negli ultimi 10-20 anni una profonda trasformazione culturale ed operativa delle figure professionali che lavorano al suo interno – sul piano tecnologico, diagnostico e terapeutico. D’altra parte, la sempre maggior rilevanza e diffusione di patologie croniche ed il progressivo incremento dell’età media dei Pazienti hanno ulteriormente modificato le modalità di approccio al Paziente stesso – sia sul piano della comunicazione, sia a livello delle prestazioni sanitarie. Non vi è dubbio, quindi, che il rapporto fra Medico ed Infermiere deve essere informato ad una collaborazione sempre più stretta – pur nei rispettivi ruoli istituzionali – che vede l’Infermiere come elemento-cardine attorno al quale e con il quale disegnare e costruire il piano assistenziale ed il percorso clinico.
L’editoriale di apertura del quarto numero di Pain Nursing Magazine si chiude con gli Auguri più intensi per le prossime Festività e per il prossimo anno. L’Editor-in-Chief desidera esprimere agli Infermieri, ai Medici ed ai loro cari i migliori ed affettuosi auspici di serenità e di pace.