RIASSUNTO
Nelle cure palliative il focus è sul controllo dei sintomi e delle conseguenze psicologiche, sociali e spirituali della malattia per il raggiungimento della miglior qualità di vita possibile per i pazienti e per le loro famiglie. Trattandosi di una disciplina che vede il paziente come un “tutto”, che esprime bisogni su diversi piani (biologico, psicologico, esistenziale), è naturale che la medicina palliativa consideri tra gli strumenti terapeutici quegli approcci integrativi che comprendano il rapporto mente-corpo. Da questo punto di vista l’ipnosi, oltre a poter controllare i sintomi della malattia, può aiutare a gestire gli effetti collaterali dei trattamenti e contribuire a controllare l’ansia, la depressione, favorendo il coinvolgimento attivo della persona nel progetto di cura e la riacquisizione, per quanto possibile, di controllo sulla propria vita.
Lo studio è stato realizzato presso l’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino con l’obiettivo di evidenziare se l’ipnosi può essere una terapia complementare a quella farmacologica per migliorare la qualità di vita dei pazienti in cure palliative. Sono stati coinvolti 10 pazienti e ad ognuno è stato somministrato il questionario Edmonton Symptom Assessment System (ESAS) pre e post seduta per rilevare variazioni nella percezione dell’intensità dei sintomi provati. L’analisi dei risultati ha evidenziato il raggiungimento di un buono stato di rilassamento, una riduzione dell’ansia e del dolore, aumento dell’energia fisica con miglioramento della qualità del sonno e ridotta difficoltà respiratoria. L’ipnosi può, pertanto, essere considerata una efficace terapia complementare a quella farmacologica per il controllo dei sintomi.
PAROLE CHIAVE: cure palliative, ipnosi, riduzione del dolore.
Pain Nursing Magazine 2015; 4: 65-72
Ricevuto: 7 maggio 2015
Ricevuta revisione: 7 giugno 2015
Accettato: 12 giugno 2015