Legge 38 e gestione del dolore nelle Marche

RIASSUNTO
Obiettivo dell’indagine è rilevare la situazione presente nelle strutture sanitarie della regione Marche in relazione al livello di considerazione e gestione del dolore.
È stato redatto un questionario ad hoc attinente ai principali temi che riguardano la gestione e il trattamento del dolore ed è stato somministrato alle posizioni dirigenziali del servizio professioni sanitarie delle relative strutture ospedaliere che compongono il sistema sanitario regionale.
I principali dati emersi sono la disomogeneità tra le varie strutture organizzative della regione riguardo la considerazione del dolore, la scarsa presenza nel territorio di centri dove ricevere assistenza specialistica al dolore e la quasi totale assenza di indagini interne sulla conoscenza dei professionisti sanitari in merito al dolore e alla sua gestione.
Da un lato emerge che il livello di trattamento del dolore negli ospedali è elevato e completo, ma dall’altro lato manca quel coordinamento tra le strutture sanitarie della regione che consente alla persona che ha dolore di poter trovare il medesimo livello di gestione del dolore in tutte le strutture ospedaliere che si trovano nel territorio.
Parole chiave: dolore, coordinazione, considerazione, conoscenze.

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La meditazione come opportunità terapeutica nel dolore cronico: esperienza personale in una popolazione thailandese residente in Italia

RIASSUNTO
Introduzione. La meditazione può e dovrebbe essere considerata un ausilio importante nell’approccio non-farmacologico della terapia del dolore cronico.
Scopo dello studio. Mettere a confronto meditanti esperti con meditanti non-esperti in relazione a quanto la pratica meditativa riesce a controllare il dolore cronico (DC).
Materiali e metodi. Soggetti: 78 soggetti (35 uomini, 43 donne; età media 45.2±17.6 anni, range 10-72), ma sono stati coinvolti nello studio solo i soggetti con età superiore a 30 anni: 60 soggetti (27 uomini, 33 donne; età media 54.1±10.4 anni, range 31-72). Tra i soggetti studiati 28 (46.6%; 12 uomini, 16 donne; età media 53.2±8.6 anni, range 48-67) riferivano di avere dolore cronico, 16 dei quali hanno dichiarato di soffrire di lombalgia cronica e 12 hanno dichiarato di soffrire di osteoartrosi alle ginocchia. I soggetti con dolore cronico sono stati suddivisi in 2 gruppi: meditanti esperti (ME, con pratica di oltre 10 anni, in grado di praticare meditazione, in ogni singola seduta di pratica, per un periodo compreso fra 40 e 60 minuti); meditanti non esperti (MNE, con pratica inferiore a 3 anni, in grado di praticare meditazione, in ogni singola seduta di pratica, per non più di 20 minuti).
Risultati. Nei 28 soggetti con DC, la valutazione media del DC è risultata pari a 5.1±1.8. Dopo 5 giorni consecutivi di pratica, i ME riferivano una riduzione significativa (p<0.01) del dolore (VAS 3.0±0.5) rispetto alla valutazione basale, mentre i MNE riferivano solo una modesta riduzione del dolore (VAS 4.4±0.4) che non è risultata significativa. Non raggiungeva la significatività il confronto fra i 2 gruppi. Discussione. Il risultato ottenuto dal confronto tra i due gruppi di non è statisticamente significativo e ciò può essere dovuto al fatto che il numero dei soggetti osservati è modesto. Quindi più tempo si dedica alla meditazione e più significativi saranno i risultati ma alcuni miglioramenti si hanno già a partire dall’utilizzo di questa pratica sin dalle prime sedute. Parole chiave: dolore cronico, meditazione

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Gestione domiciliare del dolore nel paziente pediatrico sottoposto a sistema di allungamento osseo secondo il metodo Ilizarov

RIASSUNTO
Il sistema di fissazione esterno circolare per l’allungamento osseo, messo a punto da ilizarov, ha una sua indubbia efficacia, soprattutto nei casi di dismetria degli arti. Il dolore associato a questa metodica può sommarsi all’insieme delle menomazioni che questi pazienti devono sopportare prima del ritorno ad una funzionalità dell’arto quanto più possibile vicina alla normale fisiologia. Pertanto il trattamento del dolore è di fondamentale importanza, soprattutto nella gestione domiciliare del paziente.

Parole chiave: allungamento osseo, sistema di fissazione esterno secondo Ilizarov, trattamento del dolore nel paziente pediatrico

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Conoscenze di base per la valutazione e gestione del dolore. Indagine sugli studenti italiani dei corsi di laurea sanitaria

RIASSUNTO

Introduzione. È noto in letteratura come il trattamento del dolore è una parte indispensabile dell’assistenza a tutti i livelli. Pertanto la valutazione e la gestione del dolore rappresentano uno degli obiettivi didattici più importanti di apprendimento per gli studenti dei corsi di laurea sanitaria. Obiettivo di questa indagine è misurare il livello di conoscenze di base posseduto dagli studenti universitari per la gestione del dolore.
Metodi. È stato somministrato un questionario ad hoc a 395 studenti dei corsi di laurea sanitaria, delle Facoltà di Medicina. I dati ottenuti sono stati elaborati.
Risultati. Il 94,5% ha aderito allo studio. Sono emersi dati interessanti relativi alle carenti conoscenze rispetto alla valutazione ed alla gestione farmacologica e non farmacologica del dolore, con particolare riferimento ai trattamenti a base di oppiacei. Limitate o assenti le esperienze di tirocinio e seminariali relative al dolore, durante il triennio formativo.
Conclusioni. Benché lo studio non sia rappresentativo, il problema relativo agli apprendimenti in merito alla gestione del dolore deve farci riflettere su come orientare la formazione dei nuovi laureati nelle discipline sanitarie, dove il dolore rappresenta il problema di salute più diffuso.

Parole chiaveconoscenze, dolore, educazione, studenti, trattamento

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Il dolore fetale

RIASSUNTO

Lo sviluppo crescente di tecniche chirurgiche correttive, attuabili sul feto durante la vita intrauterina, ha portato al quesito relativo alla possibilità da parte di quest’ultimo di esperire sensazioni dolorose.
Gli studi sulle tappe evolutive del sistema nervoso evidenziano che già alla 23a settimana di gestazione esistono condizioni anatomiche minimamente sufficienti a trasmettere sensazioni dolorose dalla periferia all’encefalo, tuttavia, affinché si possa parlare di dolore, è necessario che tale percezione sia analizzata e resa cosciente dalla corteccia cerebrale.
Lo stato attuale della ricerca non depone per un’attività corticale del feto, per cui le sensazioni percepite non risultano avere un corrispettivo sul piano cognitivo. Ciononostante, l’ipotesi sul dolore fetale ha aperto un ampio dibattito nel mondo scientifico.
I termini di questo confronto vertono su argomentazioni di natura neuroanatomica, neurofisiologica, neurobiologica ed elettrofisiologica.
Al momento non esistono evenienze sperimentali sufficienti a provare la tesi che il feto sia in grado di esperire coscientemente sensazioni dolorose, tuttavia il dibattito rimane aperto e l’evoluzione dinamica della ricerca propone argomentazioni sempre nuove sul tema in oggetto.

Parole chiave: coscienza, consapevolezza, dolore, feto, nocicezione, sviluppo corporeo

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