Un cittadino che assume oppiacei per una patologia dolorosa cronica è veramente un pericolo per sé e per gli altri? Un workshop del 38° Congresso nazionale Associazione Italiana per lo Studio del Dolore ha cercato di offrire delle possibili soluzioni al problema.
La normativa italiana, formulata per punire chi abusa di oppiacei a scopo “ricreativo”, mette questi pazienti nella condizione di essere ritenuti dei contravventori delle normative vigenti. Il tema degli effetti collaterali della prescrizione di oppiacei va ben oltre i semplici aspetti clinici. «Sono partito dall’assunto che spesso, assai spesso la letteratura si è affannata a dimostrare come il buon trattamento del dolore possa migliorare la qualità di vita ed anche le performances individuali, ad esempio anche consentendo di guidare meglio, attività ritenuta ormai importante nell’ottenimento di una buona qualità di vita – spiega il prof. Giustino Varrassi, presidente della Fondazione Paolo Procacci e della European League against Pain. Senza dimenticare le persone malate di dolore che come attività lavorativa sono alla guida di veicoli. La normativa italiana, tarata esclusivamente nei confronti di chi abusa di oppiacei a mero scopo “ricreativo”, mette queste persone nella condizione di essere ritenuti dei contravventori delle normative vigenti, La medicina del dolore, e soprattutto la più antica associazione scientifica ad essa dedicata, non possono ignorare il tema. Al contrario, devono affrontarlo per ottenere che la norma vigente venga rivista, anche alla luce degli innumerevoli dati scientifici esistenti sull’argomento.»
Nell’ambito del 38° Congresso nazionale Associazione Italiana per lo Studio del Dolore di Bari questo tema è stato analizzato dal Prof. Franco Marinangeli (docente dell’Università dell’Aquila e Direttore della Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione) sia sotto il profilo medico legale che clinico. La discussione, moderata dal Prof. Varrassi, ha messo in luce quale sia il “comune sentire” sull’argomento e quali potrebbero essere le potenziali soluzioni a un problema che potrebbe diventare un ostacolo a una normale, anzi auspicabile, cura mirante a migliorare le condizioni di salute dei pazienti con dolore. Già nel 2013 il gruppo di studio AISD sulla legge 38 aveva elaborato un documento sulle ripercussioni della terapia con farmaci oppiacei sulla capacità e possibilità di guidare veicoli a motore (sanzione art. 187 codice della strada Il documento è consultabile online nel sito www.aisd.it