Si è svolta a Bari la 38° edizione del Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (AISD) – la più antica società scientifica italiana per il dolore – con buon successo di pubblico e, soprattutto, con la partecipazione di un ampio numero di clinici e ricercatori di età non superiore a 35 anni. È questo un punto fondamentale per la crescita culturale di una società scientifica e infatti, sono state presentate, in ben 5 sessioni-poster e in modo esemplare ed entusiasta, i risultati di molteplici ricerche di base ed applicate che hanno riscosso ampio interesse nei Colleghi.
Dal programma scientifico – pianificato dal Consiglio Direttivo di AISD e coordinato dal Prof. Diego Fornasari (Farmacologo dell’Università di Milano) – vorrei evidenziare due aree tematiche di particolare attualità: la valutazione del dolore in ambito medico-legale e lo stato attuale della normativa sui rischi alla guida di veicoli per coloro che assumono oppiacei.
In ambito medico-legale esistono difficoltà nella valutazione del dolore, al contrario di quanto avviene in altre condizioni di malattia, con diagnosi e stadiazione confermate da indagini di laboratorio e strumentali, che ne permettono una sostanziale valutazione oggettiva. La difficoltà di inquadramento tabellare del dolore è un fatto che ancora persiste in Italia, nonostante recenti disposizioni legislative come la legge 38/2010 abbiano previsto atti migliorativi. Per la valutazione dell’invalidità da dolore la Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (SIMLA) ha proposto ad AISD la costituzione di un tavolo tecnico per un percorso comune di supporto al medico legale da parte dei clinici sulla storia di malattia del paziente, sulle terapie in atto, comportamenti e centri a cui si è rivolto.
Il secondo punto riguarda la normativa italiana in merito alla questione di chi usa oppiacei a scopo terapeutico e di chi assume oppiacei a “scopo ricreativo”. Non si può non ricordare che la normativa italiana, disegnata esclusivamente nei confronti di chi abusa di oppiacei a scopo ricreativo, provoca il risultato di mettere i pazienti in cura con oppiacei nella condizione di essere ritenuti dei contravventori delle normative vigenti. Già nel 2013 il gruppo di studio AISD sulla Legge 38 aveva elaborato un documento sul tema e proprio in tale documento veniva sottolineato che la letteratura internazionale dimostra come pazienti che assumono oppiacei non presentano alterazioni dei riflessi tali da consigliare la sospensione della patente di guida. Non si può proseguire nella condizione attuale che confronta chi fa uso di metadone perché è curato in un SERT (servizio per le tossicodipendenze) con chi ha un low back pain in cura dal proprio medico, ma che con gli oppiacei riesce a continuare la sua attività lavorativa.
Da questo congresso emerge quindi che bisogna fare valutazioni diverse tra soggetti che assumono oppiacei a scopo ricreativo e chi li usa a scopo terapeutico. Gli oppiacei sono una classe farmaceutica come le altre, deve essere superata l’oppiofobia e occorre riflettere sul fatto che un paziente con dolore potrebbe generare più danni e problemi alla guida rispetto a un soggetto con dolore controllato da un adeguato trattamento con oppiacei.
Stefano Coaccioli
Direttore scientifico
Pain Nursing Magazine 2015;4: 53